sabato 20 novembre 2010

Liceo Scientifico “Gian Pietro Ballatore”
progetto d’Istituto a.s. 2010-2011

Medi@mente
Comunicare nell’era digitale

L’avvento dell’era digitale sta rivoluzionando la società: l’uomo e le macchine hanno avuto la possibilità di interagire fra loro come mai prima. Territori nuovi e mai esplorati della comunicazione sono sperimentati da nuove forme di intelligenza collettiva e connettiva.
Conoscere i media, i loro formati, i loro linguaggi e saperli utilizzare nelle loro specificità comunicative, retoriche e persuasive diventa un imperativo educativo sempre più prescrittivo.
Nello sforzo di comprendere il nuovo paesaggio comunicativo multimediale (computer, web, video, voce, musica, immagini), intermediale (internet, mail, radio, giornali online, tv streaming, telefono,…) e portabile (smart phone, palmare, I-pod), si analizzerà l’incidenza sul soggetto del mondo digitale seguendo due direttive tradizionali: contenuto (sapere) e strumenti (tecnologie).

Oltre alla comunicazione mediale e digitale il percorso propone uno sguardo verso l’orizzonte del comunicare, al di là del limes, con un’indagine sulle tecnologie sperimentali e una riflessione su intelligenza artificiale e coscienza. Saranno oggetto di approfondimento la robotica e le nuove forme di intelligenza approssimata tecnologica.

I giovani saranno invitati a cogliere i molteplici aspetti caratterizzanti la cultura digitale a partire dalla trasformazione dei sistemi di comunicazione tradizionali.
Fra i tanti interrogativi oggetto di indagine si darà spazio alla questione sapere-potere-comunicazione nella prospettiva di poter abitare democraticamente i “mondi virtuali”, intesi come nuove forme di cultura, di comunicazione, di informazione e di incontro online. (New-media e social-media verso la tirannia o la democrazia?).


Il tema del comunicare ha il compito di liberare la scuola dalla tradizionale ripetitività attivando energie per la riflessione, l’interazione e la ricerca. L’idea è quella di un traghettamento della scuola verso l’innovazione, senza “tradire” il patrimonio culturale della scuola reale nella convinzione, come avrebbe detto Platone, che il cambiamento va agito senza la paura di scrivere sull’acqua.
Se il risultato sarà la voluttà generativa dei nostri giovani studenti verso il sapere, probabilmente, avremo colto nel segno.